Sabato 20 settembre 2025 alle ore 17.00
Palazzo Terragni - Piazza Libertà, Lissone Inaugurazione della mostra
Nella sala espositiva saranno esposti attestati, diplomi e documentazioni delle attività produttive, delle scuole, delle manifestazioni e dei personaggi che hanno caratterizzato Lissone fino al 1970.
Testimonianze di una vitalità di un paese che, nonostante fosse nelle vicinanze delle grandi città di Monza e Milano, seppe essere sotto i riflettori, non solo dei mass media locali, provinciali e regionali, ma soprattutto di quelli nazionali, europei ed extracontinentali.
Sedie Luterma con credenza noce della Ditta Dassi Ignazio e C. Luterma è fra le più grandi segherie europee con produzione di tavoli e seggiolame, nel 1907 si associa alla Carlo De Capitani. Dalla loro collaborazione nasce il compensato che verrà usato nella produzione dei mobili. Nei decenni seguenti rivoluzionerà la tecnologia nella costruzione del mobile.
Primo Congresso Europeo del Mobile nel Mercato Comune, Lissone
Vengono alla luce, non solo i soliti nomi di grandi ditte, ma di coloro che con le loro capacità e dedizione al proprio lavoro formarono la base fondamentale del mobile di Lissone molto prima del made in Italy.
Adalgisa del Gadda sposa il sindaco che porta in dote la "stanza di Lissone", desiderio di tutte le ragazze dell'epoca che si sposano
Quanto esposto, corredato di semplici e brevi commenti, pur essendo consapevoli che è solo una piccola documentazione, considerando che nel 1955 erano più di 2000 attività artigianali nel settore del mobile e dell'arredamento operanti a Lissone, può far immaginare al visitatore la vitalità che ha caratterizzato Lissone per diversi secoli e le ha permesso di essere protagonista sul mercato mondiale del mobile.
Una realtà che oggi può sembrare un sogno e che alcune persone pensano sia una millanteria. L'inizio può essere fatto risalire a quattro secoli precedenti al 1570 con la scomunica dell'Ordine degli umiliati e la destituzione del parroco. Come nuovo parroco di Lissone viene mandato dal Cardinale Carlo Borromeo, Don Giovanni Battista Confalonieri.
Ancor prima di prendere l'incarico ufficiale 7 marzo 1570, il 2 febbraio 1570 inizia la tenuta dei registri parrocchiali dei nati, dei morti e dei matrimoni e da quella data ci sono dati certi dell'anagrafe.
Don Confalonieri dedica la sua opera non solo alla religione, ma all'istruzione della popolazione, soprattutto delle fasce meno abbienti della stessa. Erudendo una popolazione per la maggior parte di analfabeti e semi-analfabeti, rendendoli consapevoli delle proprie capacità e dei propri diritti da quegli anni. La chiesa diventa un riferimento basilare della popolazione un decennio dopo la sua morte (1599) e quindi si verificano avvenimenti che evidenziano la maturità e le certezze acquisite dal mondo del lavoro di Lissone.
Ditta Agostoni. La Bötega con più anni di attività, attualmente è portata avanti dai cugini
Tavola su lavorazione della lana, dall'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert, Parigi 1751-1772.
Due sono le attività produttive
che hanno messo in evidenza Lissone:
IL MERCATO DELLA LANA
e
IL MERCATO DEL MOBILE
Autore fotografia: Sebastiano Erras.
LA LAVORAZIONE DEI PANNI DI LANA
La lavorazione dei panni di lana inizia nel 1300 con alcuni telai, dati in dotazione dai frati dell'ordine degli umiliati ad alcune famiglie della loro confraternita di Lissone.
La capacità dimostrata da queste famiglie nella lavorazione induce i frati ad aumentare il numero dei telai dati in dotazione, coinvolgendo altre famiglie.
Nel 1570 l'ordine dei frati viene scomunicato.
All'inizio dello stesso anno viene destituito il parroco di Lissone. Al suo posto viene nominato parroco Giovanni Battista Confalonieri (1570-1599), ancor prima dell'entrata ufficiale come parroco (7 marzo 1570).
Il 2 febbraio 1570 inizia la tenuta dei registri parrocchiali dei nati, dei morti e dei matrimoni (da quel giorno ci sono dati certi dell'anagrafe di Lissone).
La sua attività non si limita a diffondere gli insegnamenti cristiani, ma si prodiga nell'istruzione della popolazione con particolare attenzione alle fasce meno abbienti. Il clero diventa il riferimento più importante per il tessuto sociale di Lissone.
Lo scioglimento dell'ordine degli umiliati non porta alcun danno all'attività della lavorazione dei panni di lana. Il numero dei telai operanti in Lissone è importante, come è certificato dal censimento del 14 maggio 1613 che ne conta 110.
Confrontando questi dati con quelli registrati a Muggiò (13), Vedano (11) e Nova Milanese (6), si evidenzia l'importanza di Lissone nel commercio del settore di quel tempo.
In un'attività in cui l'acqua è un elemento importante ed essenziale, Lissone, pur non essendo attraversata da alcun corso d'acqua, risalta per la capacità e l'ingegno dei suoi abitanti nello sfruttare al massimo l'acqua dei pozzi esistenti.
L'importanza di Lissone è evidenziata nello stesso anno (1613), quando i produttori di Milano chiedono ed ottengono l'applicazione di una ulteriore tassa sul prodotto di Lissone che viene commerciato sul mercato di Milano. I produttori di Lissone prendono una decisione radicale contro un provvedimento che imponeva loro una ulteriore tassa, fermando completamente la loro produzione.
Gli operatori del settore di Milano, vedendo svanire una importante parte del loro commercio, intervengono con una petizione presso il Presidente Arresi per farla togliere. Quest'ultimo, con la sua competenza e saggezza, rendendosi conto del danno che stava subendo il mercato di Milano senza il prodotto di Lissone, toglie immediatamente la tassa e sollecita la ripresa della produzione, promettendo che finché lui vivrà non verranno mai più messe delle imposte sul prodotto di Lissone.
PRODUZIONE E COMMERCIO DEL MOBILE
L'attività del settore del legno nel Medioevo e all'inizio dell'Era Moderna in Brianza è relegata al solo bisogno delle esigenze nell'ambito familiare. Tutti i componenti delle singole famiglie sono impiegati in lavori agricoli.
In Lissone una parte minoritaria nella lavorazione della lana costituisce un'eccezione, perché ci sono situazioni politiche e leggi che rendono quasi impossibile alla popolazione intraprendere qualsiasi altra possibilità.
Tutto cambia dopo il 1707, quando finisce la dominazione spagnola e al loro posto, a governare il regno lombardo-veneto, subentrano gli Austriaci. Da subito, con la loro cultura, introducono anche le loro normative tributarie, con l'eliminazione di oneri servili e balzelli di tasse, regolarizzando una situazione farraginosa e deprimente per la popolazione.
Nell'ultimo quarto del XIX secolo per Lissone inizia una nuova epoca, quando l'Imperatrice Maria Teresa d'Austria dà mandato all'architetto Giuseppe Piermarini di realizzare la Villa Reale di Monza (1777-1780) a poca distanza dal suo confine, per la residenza estiva dell'Arciduca Ferdinando d'Austria.
Alla costruzione della Villa Reale, molta della manodopera occorrente viene reperita fra gli abitanti di Lissone, che lavorando carpiscono i concetti basilari per la lavorazione del legno, mettendo a frutto quella loro capacità di apprendere e sfruttare le nuove opportunità dimostrate nei secoli, aprendo singole attività nel settore a Lissone che saranno poi utili nella ristrutturazione della Chiesa Parrocchiale (1794-1800).
Possibilità ampiata col successore dell'Imperatrice morta nel 1780, Giuseppe II, che nello stesso anno decreta l'abolizione delle corporazioni e fra queste quella dei "legnamari", favorendo lo sviluppo dell'artigianato.
Nel 1800 Lissone diventa centro di una certa rilevanza nel settore del legno, come lo certificano le relazioni del 1803 di Melchiorre Gioia "Discussione economica del dipartimento dell'Olona". A proposito del settore legno scrive: "la nostra manifattura del legno, più che in altre parti d'Italia, unisce l'esattezza delle proporzioni, l'eleganza delle forme, la leggerezza delle mole e la naturalezza delle figure" e segnala Lissone "come uno dei punti del dipartimento in cui si ravvisano maggiori tracce di commercio" e dello Zaninelli che riporta "dalla relazione del cancelliere del Celso del distretto tredicesimo al prefetto dell'Olona": a Lissone 44 famiglie esercitano l'arte del falegname, 68 persone nelle manifatture si servono solo di strumenti da falegname.
Nei decenni seguenti sono numerose le famiglie che vedono uno o due componenti delle stesse dedicare il proprio tempo al lavoro di falegnameria e così nasce la Lissone mobiliera.
Villa Reale di Monza
Ignazio Cantù nel 1837 scrisse la prima guida turistica della Brianza, nella quale descrive i castelli, le chiese e le basiliche di epoca romanica e le ville sontuose inserite nel caratteristico panorama della Brianza. Nell'ultima pagina, dopo aver illustrato la villa Traversi già Cusani, prima di passare da Muggiò - dove vi è la villa autunnale dei barnabiti di Monza - e finire il viaggio a Monza da dove si è partiti, scrive: "Avviandoci verso Monza, ci converrà uscire dalla strada maestra se vogliamo recarci a Lissone, grossa e popolata unione di case di decentissimo aspetto, e pieno di tumulto contadinesco che fa un bel contrapposto con l'indolenza di tante borgate della bassa Lombardia".
Sono parole che escono dal contesto delle altre pagine della guida e fanno supporre che il Cantù inviti i visitatori a passare per Lissone, dove riscontreranno immediatamente negli abitanti la loro laboriosità e la dinamicità che è intrinseca nella popolazione che vive in Brianza; soprattutto non citando una Lissone che vede in continua evoluzione, la sua guida gli sembra incompleta.
Guida pei monti della Brianza e per le terre circonvicine. Ignazio Cantù - Milano 1837
Il 7 dicembre 1849 si inaugura la linea ferroviaria Monza-Como, che si ferma a Camerlata, la prima stazione dopo Monza e Desio, con richiamo turistico di Villa Traversi già Cusani. Il completamento fino alla riva del Lago di Como avvenne nel 1875. Lissone, che amplia sempre più le sue attività, fa domanda per avere una sua stazione con scalo merci. La vicinanza con le stazioni di Monza e Desio sembra un limite insormontabile, dato che su tutta la tratta ci sono quattro stazioni a debita distanza fra di loro.
Nel 1878 si crea la scuola serale di disegno e di taglio. L'insistenza di Lissone per una propria stazione è costante, corredata dai dati del traffico ferroviario pertinenti al suo territorio in continuo aumento, da ultimo con un progetto ed una somma per la realizzazione a fondo perso.
Nel 1881 finalmente la richiesta è accolta, e il 6 luglio 1881 l'amministrazione delle strade ferrate dell'Alta Italia informa il comune, mettendo come condizione che l'inizio lavori avverrà solo quando sarà fatta pervenire la somma offerta. Il 10 luglio, in una riunione appositamente convocata dal comune con gli imprenditori, viene raccolta la somma di L. 3.775 che viene immediatamente versata alla cassa dell'amministrazione delle strade ferrate dell'Alta Italia.
Nel 1882 la stazione e lo scalo merci entrano in funzione. Per l'economia di Lissone è un fattore importante e basilare per il suo ulteriore sviluppo.
N.B. La curva del percorso all'uscita da Lissone verso Desio fa propendere che il tratto originale sia stato modificato per far sorgere la stazione in prossimità dei siti produttivi.
Carta della Strada Ferrata da Milano a Como, 1849 ca. (Civica Raccolta Stampe Bertarelli, Milano).
Nel 1885, nei libri che rievocano le vicende storiche di quell'anno, si scrive: la Brianza è pervasa da scioperi e grandi agitazioni contadine che coinvolgono perfino Lissone, il centro più socialmente compatto intorno alla chiesa, già fortemente caratterizzato dall'artigianato. Nelle successive elezioni amministrative si riporta quanto scrive Renato Zangheri in "Agricoltura e contadini nella storia d'Italia": "A Lissone anche questa volta le schede erano tutte scritte da agenti, massari, castaldi, ecc. e contenevano i nomi dei soliti noti privilegiati. Ma i lissonesi hanno saputo togliere uno per mettere uno di loro sul quale si erano accordati".
Il "perfino Lissone" fa trasparire lo stupore negli scritti degli storici degli anni '70 del XX secolo, in quanto gli stessi consideravano i lissonesi di quel periodo, per il forte legame con il clero, dei "bigotti crumiri". Una normale conoscenza degli avvenimenti che costellano la storia di Lissone avrebbe rivelato a loro che l'intreccio che legava la popolazione di Lissone e il clero non era solo quello religioso. L'impegno dello stesso era rivolto al sociale, aiutando nel bisogno, ma soprattutto erudendo la popolazione, rendendola consapevole che a fronte dei doveri c'erano anche i loro diritti che dovevano difendere. Ciò si evidenzia già con gli avvenimenti del 1613, ma è evidente con quanto accade nei primi anni del XX secolo.
Nel 1901, in ambito cattolico, ci si attiva creando i presupposti per fondare la Lega Cattolica del Lavoro che difende i diritti dei lavoratori e risulta già operante quando il suo statuto, il 13 giugno 1905, ottiene l'approvazione del Cardinale di Milano. Nel 1908, in seno alla stessa, nasce la cooperativa degli artigiani falegnami per l'acquisto del legname e la vendita dei mobili. Nel 1909 aveva circa 350 soci.
Nello stesso decennio, la camera del lavoro di Monza tenta di creare a Lissone una propria sezione per un'alternativa laica, sia nel 1902 che durante e dopo gli scioperi dei tornitori del 1907 e dei marmisti del 1911, che dura più di due mesi. Tuttavia, non riesce a raccogliere che poche adesioni che negli anni a seguire diminuiscono, non consentendo di tenere aperta una sezione. Tutto ciò fa decidere che la Lega Cattolica del Lavoro offriva più opportunità e assistenza.
Inizio del XX secolo
L'importanza di Lissone nel settore del legno è verificata dai dati del libro "L'industria del mobile in Brianza" del settembre 1904. I dati del movimento ferroviario della stazione di Lissone dal primo gennaio al 15 dicembre 1901 mostrano:
Carri completi in arrivo: 1.525 per quintali 179.315
Carri completi in partenza: 1.787 per quintali 33.243
Spedizioni in arrivo a piccola velocità: 2.725, a grande velocità: 1.586
Spedizioni in partenza a piccola velocità: 6.935, a grande velocità: 2.380
Calcolando che le giornate annue di lavoro sono 300, ci si rende conto dell'enorme lavoro giornaliero che gravita intorno alla stazione di Lissone. Nella stessa pagina è scritto che nel mese di aprile del 1903 dalla stazione di Seregno sono partiti kg 14.501 di mobili. Moltiplicandolo per 12 mesi significa che da Seregno quell'anno potrebbero essere partiti 174.000 kg di mobili, ossia 1.740 quintali, poco più del solo 5% dei quintali di merce partiti da Lissone.
A pagina 26 vengono riportati i dati rilevati dall'ufficio del lavoro della Società Umanitaria sulle esportazioni annuali italiane del mobilio. Nel 1900 ammontavano a L. 8.282.010. Il solo comune di Lissone aveva una produzione annua di L. 1.435.000, il comune di Desio L. 12.000, il comune di Seveso circa L. 200.000. Si evidenzia l'enorme differenza dei valori della produzione lissonese rispetto ai comuni vicini.
Luterma - Azienda di Mobili in Compensato Estone
Fonte: Oxford A Dictionary of Modern Design (1ª ed.) - Jonathan M. Woodham Nota: Traduzione italiana del testo originale inglese.
Questa ben nota azienda estone di mobili in compensato fu fondata nel 1883 e entro la fine del secolo era diventata il più grande produttore di compensato e mobili in Russia. La Luterma (la A. M. Luther Mechanical Woodworking Factory) era rinomata per il suo compensato di alta qualità, che veniva utilizzato per la produzione di valigie e secchi oltre che per mobili. I primi tipi di mobili dell'azienda includevano mobili per ufficio e ferroviari oltre a design domestici.
Nel 1908 Luterma stabilì una società sorella a Londra, la Venesta Plywood Company (il nome Venesta derivante da Veneer ed Estonia), la sua prospettiva internazionale essendo supportata dall'istituzione di filiali in molti paesi europei inclusi Germania, Svezia, Francia e Italia. Entro il 1914 gran parte della sua produzione rifletteva un funzionalismo diretto anche se c'erano esempi occasionali di innovazione sorprendente come nelle forme scultoree e fluide di un paravento del 1908 (Modello n. 1138) che anticipava sviluppi in Finlandia di Alvar Aalto e Artek.
Con la chiusura dei mercati russi dopo la Prima Guerra Mondiale, Luterma ebbe un ruolo economico e sociale importante nella produzione di mobili, una quantità significativa dei quali era orientata verso tipi utilitari e quotidiani. Prima della Prima Guerra Mondiale Luterma vantava uno dei più grandi dipartimenti di mobili nei Paesi Baltici, producendo sedie e tavoli pieghevoli per il mercato britannico insieme a mobili domestici, pubblici e per uffici per i mercati baltici.
Con la considerevole espansione e industrializzazione di Tallinn sorse la necessità di produrre una nuova gamma di mobili che fosse adatta alla rapida crescita nella fornitura di appartamenti e alloggi razionalmente pianificati progettati per soddisfare la classe operaia in espansione. Luterma aveva iniziato a sviluppare il suo interesse in questo settore organizzando un concorso nel 1919 per mobili in legno ben progettati ed economici per piccoli appartamenti. Insieme a tali iniziative Luterma convertì il suo magazzino di Tallinn in un moderno showroom per un'ampia esposizione di mobili domestici e per ufficio.
A metà degli anni '30 l'azienda promosse un'iniziativa "Mobili per Tutti" supportata dal Ministero dell'Economia, producendo design moderni flessibili utilizzando forme standardizzate con unità modulari intercambiabili che potevano essere combinate in modi diversi. Tali design abbracciavano i principi del Modernismo e l'empatia con l'estetica di design dell'existenzminimum ("vivere in uno spazio minimo") che era stata esplorata altrove in circoli d'avanguardia in Europa - a Vienna, Varsavia, Francoforte, Stoccarda e altre città coinvolte in programmi progressivi di edilizia abitativa su larga scala.
In Gran Bretagna, Jack Pritchard che lavorava per la Venesta Plywood Company, la società sorella di Luterma, fu coinvolto con l'architetto Wells Coates nella progettazione degli "appartamenti minimi" a Lawn Road, Hampstead (1932), e nei mobili in compensato Isokon progettati da Walter Gropius e Marcel Breuer. La politica altrettanto avventurosa, ma meno pubblicizzata, di Luterma continuò fino al 1940 quando l'Estonia fu annessa dall'Unione Sovietica.
Lissone entra nel mercato globale del mobile
A fine XIX e inizio XX secolo la notorietà di Lissone ha varcato i confini nazionali: la partecipazione delle aziende lissonesi a fiere e mostre in Europa e negli Stati Uniti non passa inosservata, come testimoniano i diversi riconoscimenti ottenuti dai mobili presentati.
Una parte importante della formazione del mobile di Lissone è senz'altro da attribuire all'istruzione che forma maestranze altamente qualificate. La scuola di disegno ed intaglio e insegnati ricevono più volte l'encomio delle autorità e ottengono il giusto riconoscimento nel 1896 durante l'Esposizione Internazionale di Milano, organizzata in occasione dell'inaugurazione del Valico del Sempione. Vengono premiati con diploma e medaglia la scuola serale di disegno ed intaglio e il flissonese Dassi Ignazio.
La produzione non si rivolge solo alle necessità del singolo acquirente: con una visione che per quel periodo è certamente innovativa, vengono esaudite le richieste di arredamento da parte di grandi alberghi che hanno più di 100 camere.
La richiesta della fornitura viene suddivisa per singolo articolo, che viene dato per la realizzazione ad una bottega; sono quindi decine di laboratori che lavorano per soddisfare la commissione. C'è chi realizza i letti, chi i comodini, chi il comò, chi l'armadio, chi le specchiere, chi le poltroncine ecc. Così facendo si creano laboratori specializzati che col tempo aumentano la loro esperienza migliorando il prodotto.
È in questo contesto che la Luterma fra le più grandi segherie d'Europa produttrice di tavoli e sedie di Talin, Estonia, fra il 1907 ed il 1908, per aumetare il suo mercato di vendita in Europa apre filiali in diverse capitali europee. In Italia sceglie Lissone, associandosi con la De Capitani.
Vecchio edificio per la Società e la scuola di disegno e di intaglio, 1898.